Siamo felicissimi di annunciare che, grazie al vostro incredibile supporto, abbiamo venduto ben 𝟒.𝟓𝟑𝟎 𝐛𝐢𝐠𝐥𝐢𝐞𝐭𝐭𝐢, raccogliendo 𝟒.𝟓𝟑𝟎 𝐞𝐮𝐫𝐨 per la nostra Casa Famiglia in Perù!
Un ringraziamento speciale a tutti voi che avete partecipato, condiviso e sostenuto questa iniziativa e agli sponsor che ci hanno donato dei fantastici premi:
I vincitori saranno contattati direttamente dai volontari per il ritiro dei premi.
Grazie ancora per aver reso questa lotteria un grande successo. Con il vostro aiuto, possiamo continuare a offrire speranza e sostegno a chi ne ha più bisogno. Continuate a seguirci per scoprire i prossimi progetti e iniziative!
Siamo felicissimi di accogliere Juan, 14 anni, nella nostra casa-famiglia di Lima, in Perù!
Grazie al prezioso sostegno della Fondazione Prosolidar, che ci supporta in termini di alimentazione, studio e cure mediche, anche lui ha ritrovato il calore di una vera famiglia, lontano dai pericoli della strada, in cui continuava a perdersi a causa di una lieve disabilità.
Ora, finalmente, si trova in un ambiente protetto e sicuro, dove può finalmente essere un ragazzo sereno e felice. Tra le sue passioni: dare una mano in cucina, sistemare le cose (in strada lavorava scaricando merci dai camion) e imparare a leggere e scrivere.
Il suo essere affettuoso è contagioso, infatti dispensa abbracci a chi ne ha più bisogno.
Chi vuole ricevere un suo abbraccio pieno di calore?
Se sogni di partire per un’avventura unica all’insegna della scoperta e del volontariato, non puoi mancare alla nostra serata di presentazione del viaggio in Perù!
𝐐𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨?
Venerdì 22 novembre
𝐂𝐨𝐬𝐚 𝐬𝐜𝐨𝐩𝐫𝐢𝐫𝐞𝐦𝐨 𝐢𝐧𝐬𝐢𝐞𝐦𝐞?
Durante la serata, condivideremo tutti i dettagli di questo emozionante viaggio che si svolgerà nel cuore del Perù. Ti racconteremo del percorso, delle attività che svolgeremo insieme e dell’impatto positivo che avrà sulle comunità locali.
𝐏𝐞𝐫𝐜𝐡é 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞𝐜𝐢𝐩𝐚𝐫𝐞?
Sarà un’opportunità per conoscere meglio il viaggio, fare domande e incontrare i volontari che da anni sostengono il nostro progetto!
Orlando (15 anni) è entrato per la prima volta nella nostra casa-famiglia a settembre 2023, uscito a gennaio 2024 per la profonda nostalgia verso il padre, è tornato a vivere con noi a marzo.
Grazie alla fondazone Prosolidar, che sostiene il progetto nel 2024, permettendoci di soddisfare tutte le necessità di Orlando e degli altri ragazzi che aiutiamo in casa-famiglia e in strada!
Orlando è il classico adolescente, che ama la musica contemporanea e lo sport; è pieno di vitalità ed energia, anche se a volte non dorme bene a causa di brutti sogni e incubi. Spesso i ricordi delle difficoltà passate e la mancanza degli affetti familiari emergono nel sonno dei nostri ragazzi.
Orlando ha un legame profondo con il padre perché la madre ha abbandonato lui e il fratello da piccoli. Anche il fratello è stato qualche mese con noi, ma non è riuscito a superare l’astinenza dalla droga. Accade spesso che, durante i pasti, ti racconti di ciò che faceva con il padre quando era piccolo, idealizzandolo. In realtà il papà è piuttosto assente, passano settimane senza che chiami il figlio o lo venga a trovare, provocando un vuoto profondo in lui. È stato proprio questo il motivo della sua uscita dalla casa a gennaio. Il padre lavora di notte in un cimitero e di giorno, dopo poche ore di sonno, si dedica a riciclare bottiglie di plastica, cartone, mobili usati girando per i quartieri ricchi della città. Ha cresciuto i figli, come ha potuto. Orlando racconta che, a cena, il padre poteva offrirgli solo uno yogurt con cereali e poi lo mandava a letto. É vissuto in tanti posti e ricorda con emozione soprattutto il periodo in cui è stato nella foresta amazzonica: ti racconta che una volta ha allevato un piccolo scorpione. Sono frammenti del passato che ogni tanto ti regala, così, da un momento all’altro, durante le attività quotidiane della casa-famiglia. Per me sono piccole perle che raccolgo per conoscerlo meglio. Mi rendo conto che ha già vissuto una vita intensa, forse troppo, per i suoi 15 anni. Ti racconta della vita in strada, quando dormiva all’aperto (è proprio lui nella seconda foto), dove era bello vedere le stelle e sentirsi liberi, ma soffriva il freddo e la fame. Lo riconosco dalle sue gambe, che lui ama perché sono forti. Quando guardo questa foto mi commuovo e penso che ora ho la gioia di entrare ogni mattina nella sua stanza e di vederlo nella stessa posizione, ma in un letto, in una casa, circondato dall’affetto di adulti amorevoli e amici fraterni. Abbiamo instaurato un bellissimo rapporto. Scherziamo, ci abbracciamo, ci raccontiamo tante cose. È pieno di talenti: costruisce oggetti, tesse braccialetti, canta, gioca a pallone. Si sta impegnando a riprendere gli studi e non vede l’ora di tornare a frequentare la scuola in presenza, alla quale lo stiamo gradualmente preparando con l’insegnante interno. É piuttosto permaloso e ha frequenti sbalzi d’umore: meglio lasciarlo stare quando si incupisce. Poi però gli torna il sorriso, ti chiede scusa e si ricomincia a vivere la quotidianità familiare della nostra casa, dove tutti i ragazzi, Orlando compreso, hanno la possibilità di crescere in un ambiente semplicemente normale, che qui in Perù però è raro trovare nelle strutture di accoglienza, molto più simili a carceri (con tanto di sbarre) o a rigidi istituti ottocenteschi. Questo ambiente familiare ci ha permesso di costruire, nei 19 anni di progetto qui in Perù, relazioni splendide con i ragazzi ospitati, come ci hanno confermato le ragazze e i ragazzi che sono venuti a visitarci martedì scorso per partecipare alle interviste organizzate dal nuovo fundraiser che sta accompagnando Sinergia Por La Infancia a definire meglio la sua identità, la sua missione, la sua visione futura, anche in vista della raccolta di fondi locali. La caratteristica più importante che è emersa dalle loro parole è stato l’affetto che hanno ricevuto e che sentono per noi.
Per me e Martin questo è sempre stato l’obiettivo principale che consideriamo ampiamente raggiunto. Amare ed essere amati è il bene più prezioso di ogni essere umano.
Grazie per essere insieme a noi mani e cuori che danno e ricevono amore.
Un grazie riconoscente e sincero ad ognuno di voi.
Condivido con voi la storia di Moisès (16anni) che nei giorni scorsi ho visitato più volte, nella sua umile casa, insieme a Martìn (educatore di strada) ed Isabel (psicologa). È uno degli splendidi fiori di strada che, tra droga, mendicità e mancanza di opportunità, non sono riusciti ancora a fiorire nella loro bellezza e che il progetto, con cura, delicatezza, affetto, rispetto e professionalità, riesce spesso a motivare al cambiamento. Martìn lo conosce da tempo. La sua storia è molto difficile. Ce l’ha raccontata la madre che abbiamo incontrato proprio nella “casa” che vedete in foto. Madre sola, più figli cresciuti nella sua assenza, perchè costretta a lavorare come donna delle pulizie per mantenerli; risorse economiche ridotte, problemi di alcool e droga diffusi. Eppure tanto amore materno, tanta forza e dignità nell’affrontare le difficoltà di una vita apparentemente disperata, con la capacità di sorridere e ridere. Sono rimasta ancra una volta sorpresa e ammirata: le loro vite sono così difficili rispetto alle nostre, eppure hanno ancora tanta voglia di vivere, di ridere, di fare progetti. Sono un esempio per tutti noi. Moisès è nato prematuro, si è ammalato nei primi mesi di bronchite a causa del freddo e ha avuto convulsioni ripetute, probabilmente la causa del lieve ritardo cognitivo che si nota dal modo in cui parla e dalle pause in cui rimane sospeso durante le nostre conversazioni. Eppure è un ragazzo estremamente profondo, riflessivo, consapevole di sè. Si rende conto che rimanendo in strada non sta facendo nessun progresso, fa preoccupare la madre e rischia di rimanere intrappolato in una spirale di delinquenza e mendicità. A scuola è rimasto fermo alla seconda elementare, eppure ama leggere libri di psicologia. Straordinario per me che sono un’insegnante di scuola secondaria. Si vergognava a rivelarmi il suo ritardo negli studi, ma io gli ho fatto i complimenti più sinceri per il buon livello di capacità di lettura e comprensione raggiunta nonostante l’abbandono scolastico. Moisès vuole venire a vivere nella nostra casa-famiglia anche per studiare e poi per allontanarsi dai pericoli della strada che ieri, durante l’esercizio di analisi fatto con Martin, ha elencato con grande consapevolezza: malattia, morte, violenza, abbrutimento, perdita di tempo prezioso. La cicatrice di una coltellata sulla coscia sinistra ne è una conferma evidente. Un altro motivo è rendere orgogliosa di lui sua madre, che in realtà ha espresso un amore e una stima profondi per questo figlio così fragile, a causa del contesto in cui è cresciuto, descrivendolo come “un ragazzosensibile, buono, generoso”. La difficoltà maggiore per Moisès potrebbe essere quella di lasciare la sua ragazza, con cui ha un rapporto complicato e confuso ma che dura da anni. Riuscirà a sopportarne la lontananza mentre vive nella casa-famiglia e a vederla solo in certi momenti? Noi glielo auguriamo di cuore e lo aspettiamo a braccia aperte. Dovrebbe entrare in casa-famiglia proprio questo sabato, accompagnato dalla madre. É un altro fiore che merita di fiorire in tutta la sua bellezza.
Grazie a tutti voi da ogni ragazzo che, in questi anni, avete aiutato ad entrare nello spazio caloroso e familiare della nostra struttura di accoglienza.
Sono arrivata da pochi giorni in Perù. Come sempre, una grande emozione. Cosa c’è di più bello di un fiore regalato spontaneamente?
Quelli della foto me li hanno colti e regalati i ragazzi della casa-famiglia come segno di benvenuto: per me simboleggiano proprio loro, dei bellissimi fiori che, quando erano per strada, nessuno ammirava e spesso molti calpestavano; ora, invece, grazie al progetto, sono rifioriti in tutta la loro bellezza!
Bellezza e gratitudine sono le due parole che meglio descrivono questi primi giorni passati coi ragazzi e gli operatori.
Ecco alcuni momenti preziosi:
Orlando (15 anni) ieri è passato di fase: da quella del “risveglio” a quella di “comunità”. Gli è costato molto tempo e sforzo, ma è davvero felice di esserci finalmente riuscito: la piccola festicciola è stata pura emozione. Da tempo non vedevo Martin commuoversi fino alle lacrime ricordando Orlando steso per terra, in strada, e facendo il confronto con chi è ora. Ognuno degli operatori e dei ragazzi, io compresa, gli abbiamo rivolto parole oneste, piene di stima e incoraggiamento. Fra una settimana, tra l’altro, riprenderà ad andare a scuola dopo vari anni: uno dei suoi sogni! Lo stesso Orlando che la sera del mio arrivo mi ha mostrato una delle sue invenzioni, fatta di cartone, colla e un piccolo motorino a ventola: un massaggiatore artigianale. Dice che le creaazioni gli vengono improvvise nella testa e, senza bisogno di ulteriori progetti, riesce subito realizzarle. Quanti talenti ha ciascuno dei ragazzi!
Rodrigo (13 anni) mi ha accolto con il suo timido abbraccio, ma poi la sera ha trovato il coraggio per dirmi che gli sono mancata molto e che è felice che io sia qui.
Mateo (11 anni) è pura energia vitale. Ti travolge con domande e curiosità di ogni tipo. Ha una memoria incredibile e una capacità di osservazione profonda. Non gli sfugge nessun dettaglio. Si è già prenotato i miei massaggi e le mie canzoncine della buonanotte.
Vi racconto di queste espressioni di affetto verso di me perché dimostrano il tipo di relazioni profonde che i ragazzi riescono a sperimentare in strada (tramite l’educatore di strada) e poi in casa-famiglia (con educatori, psicologa, assistente sociale e cuoca): nascono e crescono spontaneamente grazie ad un ambiente che abbiamo voluto sin dall’inzio, e continua ad essere, familiare. Ogni persona può essere se stessa, può trovare uno spazio per coltivare i propri talenti, per sanare le ferite del passato, per conoscere meglio chi vuole essere in futuro. Proprio come in una vera famiglia in cui i genitori cercano di creare le condizioni migliori per i propri figli.
Grazie per permetterci di continuare ad offrire uno spazio di crescita umana profonda.
ieri ci siamo scambiati gli auguri di Pasqua, con ragazzi ed operatori del Perù, in modo speciale: vari amici di Sinergia si sono collegati da diversi Paesi del mondo (Messico, USA, Italia, Francia) per assistere alla preparazione, da parte dei ragazzi della casa-famiglia, di uno dei piatti tradizionali peruviani (causa rellena, cioè tortino di patate ripieno).
Ognuno di noi ha avuto la sua personalizzata, ma l’ingrediente più bello è stato l’ARMONIA, il senso di UNIONE e di FRATELLANZA. Le distanze fisiche non esistevano, solo la voglia di stare insieme e di sentirsi a casa, tra amici.
Il nostro educatore Freddy ha chiamato l’evento “UBUNTU: Io sono perché Noi siamo”. Ha voluto sottolineare con questa parola africana che nessuno può davvero esistere senza l’altro, nessuno può essere davvero felice se anche gli altri non lo sono. Questo è proprio lo spirito con cui è nato e continua ad esistere il progetto per ragazzi di strada in Perù: ognuno di loro, emarginato sulla strada, può ritrovare se stesso e l’amore degli altri nello spazio caloroso della casa-famiglia. Proprio come è accaduto a Mateo e a Isaias, i due ragazzi più piccoli.
La scuola è appena ripresa per tutti i 6 ragazzi che attualmente vivono nel progetto, ma l’estate appena conclusa ha regalato loro, anche grazie alle vostre donazioni e a quelle della fondazione Prosolidar, momenti divertenti e rilassanti: in piscina, al mare, in casa-famiglia (con i laboratori e con le visite di amici peruviani e stranieri). È così bello vederli sereni e gioiosi!
Ognuno di loro vi abbraccia e vi augura una Pasqua davvero luminosa, in connessione con tutti gli uomini e donne della terra, perché davvero siamo UNO.
Alessandra e Sinergia tutta
Anche nel 2024 potete aiutare i nostri ragazzi devolvendo il 5×1000 a Sinergia: basta indicare nel vostro Modello 730 o Unico il codice fiscale (90013480232) nello spazio apposito.
Finalmente dopo 5 anni ci rimettiamo in viaggio! Nell’estate 2024 vorremmo organizzare un nuovo viaggiosolidale grazie al quale sarà possibile visitare il nostro progetto a Lima e vedere alcuni dei più bei luoghi del Perù.
Abbiamo organizzato un incontro di presentazione che si terrà a Pescantina VENERDI’ 09 FEBBRAIO, ore 20.30. Se interessati contattare via whatsapp Marta 3287271160 o info@sinergias.eu.
Cogliamo l’occasione per ringraziare di cuore a tutti coloro che hanno partecipato ai festeggiamenti del nostro ventesimo compleanno! È stata una festa molto bella, ricca di gioia e di amore.
È stata un’occasione in cui siamo stati accompagnati da nuovi amici in cucina e da un gruppo di richiedenti asilo in sala. Abbiamo avuto l’onore di avere tra noi Roberto Veronese, presidente del Centro Servizi per il Volontariato, che ci ha ricordato con una simpatica targa il nostro senso di essere Sinergia:
“Per un volontariato che sogna e concretizza progetti per la realizzazione di un mondo più giusto, attento alla giustizia e alla dignità di ogni individuo, soprattutto dei più poveri e dei più piccoli.”
Carissimi amici, Quest’anno vogliamo augurarvi il Natale in modo speciale, con le parole di Julio, uno dei ragazzi che vive nella nostra casa-famiglia in Perù. Così scrive:
“Mi chiamo Julio e voglio raccontarvi la mia storia. Qualche anno fa non avevo nulla se non la dura realtà di vivere per le strade di Lima. La mia vita è diventata un vortice quando, all’età di 10 anni, ho deciso di fuggire dalla città di Huancayo a causa di conflitti che c’erano in famiglia. A casa la povertà era soffocante. Mio padre beveva troppo e il suo alcolismo lo rendeva una persona violenta e aggressiva. Mia madre, invece, era intrappolata in un ciclo di abusi che sembrava non avere fine. Dopo aver trascorso molti mesi vagando per le strade di Lima, senza meta e lottando per sopravvivere, accadde qualcosa che avrebbe cambiato la mia vita. Ho incontrato l’organizzazione Sinergia por la Infancia. È stato come trovare una luce alla fine del tunnel. Mi hanno offerto aiuto, sostegno e, soprattutto, un posto sicuro in cui vivere nella loro casa-famiglia. Per la prima volta da molto tempo, sentii di avere una casa. La casa-famiglia è diventata il mio rifugio. Lì ho trovato non solo un tetto sopra la testa, ma anche amore, comprensione e la possibilità di riprendere gli studi. All’età di 12 anni sono tornato a scuola, dove ho dovuto impegnarmi tanto per mettermi alla pari con i miei compagni di classe. È stato difficile, ma ero determinato a cambiare la mia vita. Col tempo le cose hanno iniziato ad andare meglio. Man mano che avanzavo negli studi, ho lavorato anche per ricostruire il rapporto con mia madre. A poco a poco, abbiamo trovato il modo di guarire le ferite del passato e di riunirci come famiglia. Oggi, a 18 anni, posso dire con orgoglio di aver superato tanti ostacoli. Continuo gli studi, sogno di andare all’università e di costruire un futuro migliore per me e la mia famiglia. La mia esperienza mi ha insegnato l’importanza della perseveranza e del sostegno che un’organizzazione come Sinergia por la Infancia può fornire ai bambini come me che hanno affrontato situazioni difficili. La vita per strada è stata dura, ma mi ha anche insegnato la resilienza. Ora ho una casa, uno scopo e una strada verso un futuro più luminoso. La mia storia ci ricorda che, con amore e sostegno, i bambini possono superare le avversità e realizzare i loro sogni.” Vi ringraziamo di cuore per aiutarci a dare a Julio e a tanti altri ragazzi la speranza di una vita migliore. Vi auguriamo un Natale Fraterno, in cui sappiate dare e ricevere AMORE INCONDIZIONATO a tutti e da tutti.
A Natale regala ai tuoi cari qualcosa di speciale per il loro cuore: abbiamo tanti begli oggetti artigianali dal Perù con i quali puoi aiutare anche i ragazzi di strada peruviani.