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Rifugio

Aggiornamenti,Notizie da Lima | martedì 19 Agosto 2025 21:04


Lima, 18 agosto 2025


Carissimi amici,

la casa-famiglia è un rifugio in momenti di crisi per ragazzi che in passato hanno vissuto con noi.
Così è stato per Frank (25 anni).


Si è presentato qualche giorno fa in condizioni terribili: magro, sporco, incapace di guardarci negli occhi e facendo discorsi sconnessi. Cercava aiuto. Erano molti anni che non sapevamo nulla di lui. Nel 2014-2015 ha vissuto nella casa per un anno e ha partecipato al viaggio a Cuzco con il gruppo di Italiani del primo viaggio solidale organizzato da Sinergia. Ha molti ricordi di allora. È stato difficile per Martin capire cosa voglia davvero. Frank alterna momenti di lucidità ad altri di assenza. L’uso di più droghe (colla da scarpe, marijuana, pasta di cocaina) deve aver aggravato il ritardo cognitivo già in lui presente. Ho sentito tanta pena e compassione: tutti lo abbiamo abbracciato nonostante lo sporco e la puzza. Non si poteva restare indifferenti. Vista l’età e le condizioni critiche, Martin ha preferito contattare il fratello minore e riportarlo momentaneamente a “casa”. Un’odissea nel traffico. Ore e ore intrappolati sulla tangenziale per incidenti. Martin è riuscito nel giro di poche ore a trovare per Frank un posto nella struttura di una nostra cara amica. Avrebbe dovuto tornare a prenderlo il giorno dopo per accompagnarvelo. Le cose però sono andate diversamente. Per tre giorni siamo andati a “casa” sua senza trovarlo: era già uscito in strada a lavorare per mangiare e comprarsi la droga. Finalmente giovedì scorso lo abbiamo trovato ancora addormentato. È iniziata un’attesa lunghissima, di varie ore, per riuscire a svegliarlo. Il fratello, al lavoro, ci ha dato il permesso di entrare dalla finestra. Lo abbiamo trovato come vedete nella foto. Avvolto in coperte sudicie, fra immondizia e resti delle droghe consumate. Una pena infinita. È difficile chiamare “casa” lo scheletro di cemento costruito dal padre muratore che, dopo la morte della madre, ha abbandonato i figli a sé stessi. Ognuno si è arrangiato e ora sono estranei. All’interno c’è solo immondizia e sporcizia. Niente pavimenti né tetto. Cemento grezzo, lamiere e cartoni. Il fratello però lavora. Ha una vita normale. La solitudine lo rende forse incapace di desiderare una vita migliore. Dopo ore di attesa seduti sul marciapiede, coi vicini preoccupati che avessimo cattive intenzioni, siamo riusciti a svegliarlo, imboccarlo (da solo non riesce a mangiare coi pugni sempre contratti) e a fargli capire che lo portavamo in una struttura. Di nuovo l’incubo del traffico. Quattro ore e mezzo di code per incidenti. Lui ha dormito e parlato pochissimo, ancora sotto l’effetto delle droghe con cui si era fatto tutta la notte. Che gioia quando siamo arrivati a destinazione! Non ci ha nemmeno salutati al momento in cui lo hanno accompagnato nella stanza pronta per lui. Non importa. Conta che in un momento di lucidità sia riuscito a venire a chiederci aiuto. Incredibile si sia ricordato la strada dopo tanti anni e in queste condizioni. La nostra casa-famiglia costruisce legami di affetto vero coi ragazzi, che vedono in noi un RIFUGIO anche da grandi, quando sono disperati. E noi li accogliamo come figli prodighi che tornano a casa. Questo è quello che vogliamo essere per loro, una FAMIGLIA, un RIFUGIO, sempre e comunque, perché l’amore non ha fine, se è sincero e disinteressato.

Alessandra

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