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La famiglia e la casa

Aggiornamenti,Notizie da Lima | lunedì 11 Agosto 2025 23:35

Lima, 10 agosto 2025

Carissimi amici,

con Martin abbiamo visitato la casa di Alejandro, uno dei ragazzi che vivono in casa-famiglia. Era da tempo che non entravo in una casa dei nostri beneficiari. Mi ha colpito tanto. Mi ha ricordato che è essenziale conoscere da dove arrivano i ragazzi che aiutiamo per comprenderne carattere, comportamento e difficoltà di adattamento.

La madre di Alejandro ha vissuto per strada (lui lo ricorda). Vive con tre dei sei figli in una stanza in affitto di pochi metri quadrati: un unico ambiente fa da cucina, sala, camera e bagno (separato da una coperta). Quattro gatti scorrazzano sui materassi e riempiono di odori lo spazio angusto. Proprio l’odore penetrante mi ha assalito per primo. Non sono più abituata a frequentare luoghi così umili, dove è impossibile mantenere la pulizia perché ogni centimetro serve per vestiti, scarpe, utensili da cucina, documenti, giochi. La vita però vince sempre. La vita che, in questa casa, si manifesta con l’allegria della sorellina. Stella. Un nome bellissimo per una creatura di soli cinque anni, nata con una malformazione al cuore (ha già un bypass) e altri handicap. Stella però è piena di forza, di voglia di giocare e di parlare. Mi mostra i suoi giochi preferiti mentre Martin conversa con la madre e con il fratello di Alejandro. I brillantini per le palpebre, le formine per inventare dolci con la plastilina. Nella sua innocenza mi racconta in poche battute la situazione del fratello: “Si comporta male. Non vuole mangiare. Esce solo per andare all’internet”. Le sue parole sono confermate dai racconti della madre. I problemi sono davvero tanti: il lavoro precario e informale (la madre ha lasciato la cooperativa di pulizie per prendersi cura della bimba), i costi elevati delle medicine e della futura operazione per il cambio di bypass, il figlio che esce in continuazione e spesso non rientra a dormire a casa, i padri dei suoi figli che non danno nessun aiuto economico, con l’eccezione dell’attuale compagno. Passano davanti ai miei occhi, come frammenti di un film drammatico, le scene della loro vita. Alcune sarebbero simili alle nostre, se il contesto non fosse molto più povero e precario. Il ragazzo parla poco (ha un leggero ritardo cognitivo) e non manifesta la volontà di rientrare nella nostra casa-famiglia come la madre aveva detto a Martin. Noi non forziamo mai l’ingresso di un minore nella casa: è fondamentale che venga a viverci solo se vuole davvero, senza pressioni dei familiari. Al momento di salutarci lasciamo aperta la possibilità che torni con noi, se vorrà. Portiamo via la confezione del costoso farmaco antiepilettico che Stella prende regolarmente. Martin proverà a procurarselo scontato da un’amica impiegata in un’azienda farmaceutica. Ora capisco molto di più i silenzi di Alejandro, la sua ritrosia agli abbracci, la foga nel mangiare. 17 anni di povertà estrema lasciano il segno. Alejandro però è sempre più sicuro dei suoi obiettivi: finire la secondaria e formarsi come pasticcere. Forse lo spinge la voglia di riscatto sociale e di aiutare la propria famiglia di origine. Grazie Alejandro e Stella, per avermi ricordato la dignità di ogni vita e l’importanza di avere la possibilità di un futuro migliore. Forse Alejandro riuscirà a costruirlo insieme a noi. Lo spero tanto.

Alessandra

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