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Abbiamo una nuova casa!

Notizie da Lima | lunedì 5 Ottobre 2009 18:52

(La visita si compone in 8 filmati. Guardali tutti sul nostro canale YouTube)

Carissimi amici,
sono davvero felice di annunciarvi che siamo finalmente riusciti ad acquistare il nuovo terreno!
Noi tutti di Sinergia siamo molto emozionati per questa nuova tappa del progetto peruviano: avere un nostro terreno, una casa tutta nostra, significa dare sicurezza e stabilitá al progetto e ai ragazzi; potremo gestire questo spazio come vorremo, senza doverci limitare nelle scelte.
Ringraziamo la Fondazione San Zeno di Verona che ci ha concesso un finanziamento che copre il 75% del costo del terreno: é stato per noi un aiuto enorme e siamo davvero grati a tutte le persone della fondazione che si sono fidate di noi e hanno voluto dare ancora una volta un cospicuo aiuto ai nostri ragazzi. Il resto del costo é stato coperto grazie ai fondi che avevamo messo da parte, ma soprattutto alla generositá dei soci dell’associazione e di alcuni amici che in prima persona si sono autotassati per delle donazioni e dei prestiti eccezionali.

Il terreno (che potete vedere nel filmato) é piuttosto grande, circa 2.000 metri quadrati, molto verde e con una piccola casetta all’incirca di 100 metri quadrati che ci consentirá di trasferirci con i ragazzi giá a fine anno, senza dover fare per il momento grandi lavori di ristrutturazione. Ci sono infatti due stanze da letto, una cucina, una piccola saletta per lo studio, uno spazio per la tv, una lavanderia esterna e quattro bagni, due interni e due esterni. Ci mancano stanze per le attivitá e per la psicologa, ma per il momento ci arrangeremo mettendo a posto una tettoia esterna che muniremo di pareti in cartongesso e montando un prefabbricato di legno: all’interno di questi ambienti potremo svolgere le attivitá di studio, i laboratori di musica e manualitá, le sessioni con la psicologa. Poi piú avanti, se e quando riusciremo a trovare altri fondi, procederemo alla costruzione di un’altra casa piú grande e adeguata alla nostra casafamiglia. Gli spazi del terreno consentono di avere un nostro campetto da calcio e di partire fin da subito con un orto e magari un piccolo pollaio. L’intenzione é quella di creare nuove attivitá stimolanti per i ragazzi, a contatto con la terra e con gli animali, che possano contribuire anche all’autoproduzione di ortaggi e uova e chissá in futuro diventare anche piccole attivitá economiche.
Stiamo sognando tanto su quello che potremo fare con questo terreno, siamo pieni di idee, ma la cosa piú bella é che i ragazzi avranno a disposizione finalmente uno spazio grande in cui giocare senza limiti, in cui suonare e cantare senza preoccuparsi di disturbare i vicini, in cui ognuno di loro potrá trovare gli spazi e i modi piú consoni per esprimere la propria vitalitá: me li immagino giá un Jonatha tutto concentrato sulla sua montagna di sabbia a fare castelli con paletta e secchiello, un Esaú che irriga l’orto, un Anthony che si scatena in lnghe partite di calcio…
Ovviamente é un passaggio delicato per tutti noi: i ragazzi e gli educatori devono abituarsi all’idea del trasloco, i cambiamenti portano sempre con sé anche incertezze e paure, soprattutto in questo caso in cui ci trasferiamo da una zona urbana a una prevalentemente rurale e si allungano anche le distanze, ma abbiamo fatto in modo che tra l’acquisto e il trasloco passino alcuni mesi in cui tutti avranno la possibilitá di assimilare la novitá, di esprimere le proprie paure e difficoltá, decidere, soprattutto nel caso degli operatori, se seguirci nonostante l’allungamento dei tempi di percorrenza; inoltre i ragazzi concluderanno l’anno scolastico prima del trasloco, evitando in questo modo il disagio di un inserimento in una nuova scuola ad anno scolastico avanzato.
Anche il periodo del trasloco sará propizio: saremo in piena estate, durante le vacanze, e i ragazzi avranno davvero modo di godere a pieno le potenzialitá del nuovo terreno, pieno di natura, con una piccola piscina che gentilmente ci é stata lasciata dal precedente propietario; saremo molto piú vicini alle spiagge a sud di Lima e, con il nuovo pulmino che acquisteremo a breve, sará molto piú semplice ed economico organizzare giornate intere al mare.
In questi tre mesi che mancano cercheremo di coinvolgere il piú possibile i ragazzi nella sistemazione della nuova casetta, in modo tale che si familiarizzino e comincino a sentirla propia: li porteremo ad irrigare il giardino, a dipingere alcune pareti, a fare piccoli lavoretti di manutenzione.
Proprio ieri sono stati a conoscere per la prima volta il terreno: Martin, Francesco e Michela (i nostri due volontari di Verona che sono attualmente a Lima) hanno organizzato con molta cura una gita
domenicale che prevedeva una grigliata all’aperto, partita a calcio e tuffi in piscina. Spero davvero che i ragazzi abbiano avuto una bella impressione del terreno e si siano sentiti a propio agio.
L’acquisto del terreno é stato molto complicato e piú lungo del previsto: solo negli ultimi giorni della mia permanenza in Perú siamo riusciti a firmare il rogito davanti al notaio. La principale difficoltá é nata dalle titubanze del propietario che aveva ricevuto altre offerte e ci ha tenuto in sospeso fino all’ultimo prima di darci una risposta affermativa ed iniziare le pratiche per l’acquisto. É stata per me
fondamentale la vicinanza di Stefania e Martin a Lima, e di Marta ed Erika dall’Italia: mi hanno seguito passo a passo aiutandomi concretamente nelle varie fasi e sostenendomi psicologicamente nei momenti in cui sembrava che l’affare dovesse saltare. Li ringrazio di cuore esprimendo ancora una volta tutto l’affetto, l’amicizia e la stima che provo nei loro confronti.

I ragazzi stanno tutti bene.
É tornato in casetta Angel, che aveva vissuto con noi l’anno scorso fino a gennaio di quest’anno quando la madre aveva voluto, col nostro aiuto, tentare di ricongiungersi con i genitori che vivono in un lontanissimo paesino della foresta amazzonica; con qualche titubanza, ma convinti che vale sempre la pena tentare, avevamo aiutato la madre ad acquistare i biglietti dell’autobus per sé e per i figli. L’idea era che si allontanassero dal padre violento ed alcolizzato e si ricostruissero una vita aiutati dai genitori di lei. Purtroppo la madre non ha saputo staccare i ponti con il marito, che li ha raggiunti e si é stabilito di nuovo con loro. Sono rientrati sembra a fine maggio a Lima e purtroppo
Angel ha ricominciato ad andare per strada di fronte alle violenze del padre: per questo dopo qualche settimana ha chiamato Martin e gli ha chiesto di rientrare in casetta.

Abbiamo potuto accoglierlo perché da qualche settimana Junior aveva voluto a tutti costi andare a vivere con la madre, in un posto davvero orribile per le condizioni igieniche e altamente rischioso per lui in quanto ci vivono molti ragazzi di strada che consumano regolarmente colla. Per varie settimane Martin é andato a trovarlo per vedere se prendeva coscienza del fatto che stare lí non lo avrebbe aiutato: passava le giornate senza fare nulla, non lavorava, non studiava, si limitava a stare in internet e giocare con i videogiochi. Una vera e propia crisi dovuta all’assenza affettiva dei familiari: quando era in casa con noi, abbiamo sempre faticato moltissimo a far comprendere alla mamma, alla nonna e al padre che Junior aveva enormemente bisogno di loro, che si deprimeva quando per varie settimane non lo venivano a trovare o non lo chiamavano per telefono. Ma loro avevano sempre dimostrato indifferenza o avanzato scuse per giustificare la loro impossibilitá di essere presenti con costanza nella vita di Junior. Cosí non siamo riusciti a far cambiare idea a Junior, che dopo un paio di mesi si é peró rifatto vivo con Martin esprimendogli il desiderio di tornare. A quel punto non avevamo piú la possibilitá di accoglierlo, essendo rientrato Angel, e lo abbiamo allora consigliato di tornare nell’istituto dove era stato prima di venire da noi. La madre é stata accompagnata a prendere l’autobus da Martin perché personalmente portasse Junior all’istituto: speriamo si sia fermato lá e stia bene.

Vi annuncio anche che é ricomparso nelle nostre vite Roger, che qualcuno ricorderá per avervi parlato molto di lui nelle lettere degli anni passati. É uno dei ragazzi che ha vissuto di piú in casetta e che l’anno scorso, ad aprile, era entrato in crisi e aveva voluto tornare a vivere con il padre e con i nonni. Noi lo abbiamo seguito durante quest’anno di assenza dalla casetta, a volte contenti, a volte preoccupati: non era tornato per strada e non aveva ripreso nemmeno a consumare colla; sembra che da questo punto di vista fossimo riusciti a innescare in lui il cambiamento. Aveva bisogno della libertá dell’adolescenza, di sperimentare cosa vuol dire fare quello che si vuole, lavorare invece di
studiare…é passato piú di un anno in cui ha sperimentato molte cose, ha lavorato in laboratori abusivi verniciando mobili, respirando sostanze altamente nocive e facendo turni massacranti per un misero salario; ha viaggiato in foresta amazzonica dove ha lavorato come scaricatore di frutta sulle barche dei porti del Rio delle Amazzoni, provando la fatica di trasportare pesi enormi in condizioni climatiche difficili; ha vissuto per un periodo presso degli zii che coltivano foglie di coca e li ha aiutati nella raccolta, senza peró farsi coinvolgere nel consumo di cocaina. Negli ultimi mesi i rapporti con il padre sono diventati difficili e lui aveva iniziato ad unirsi a delle bande giovanili poco raccomandabili; poi negli ultimi tempi aveva iniziato a dormire per strada e anche forse ad inalare di nuovo la colla. Il rapporto di amicizia e fiducia che ha con Martin gli ha permesso di superare l’orgoglio e di chiedere aiuto, cosí ora sta bene, vive in una stanzetta in affitto vicino alla nostra casa, studia e lavora per mezza giornata in un programma del comune che dà ai minorenni in difficoltá economiche la possibilitá di lavorare come giardinieri, con la condizione peró che studino. Viene da noi a pranzare, fare i compiti, giocare e cenare, vari giorni alla settimana cosí che non si senta solo: il
rientro in casetta per il momento non lo abbiamo pensato, vista l’etá di Roger, che a febbraio compirá 18 anni, e vista la mancanza di spazi. Forse il nuovo terreno ci permetterá di pensare a delle soluzioni alternative. É bello averlo di nuovo vicino a noi, sapere che sta bene, che studia e lavora. Ci riempie il cuore sapere che il legame d’affetto e d’amicizia che avevamo costruito con lui é vero e profondo per entrambe le parti e ha fatto sí che lui sapesse che poteva contare su di noi. É la testimonianza che il modo in cui accogliamo e amiamo i ragazzi é vero e profondo e loro si sentono parte della famiglia, anche quando scelgono di non restare piú con noi.

Sono lo stesso affetto e la stessa amicizia che ci uniscono ad ognuno di voi.
Un grande abbraccio, Alessandra