Giovedì scorso sono entrata per la prima volta nella nostra casetta in Perù.
Appena aperta la porta, un sorriso dietro l’altro. Abbracci sinceri.
I ragazzi e gli operatori ci hanno accolti come si accoglie qualcuno che si aspettava da tempo.
E già lì ho sentito che questo posto avrebbe iniziato a cambiarmi.
Nei primi giorni abbiamo condiviso momenti semplici e pieni di vita: la preparazione della causa, il piatto tipico peruviano fatto tutti insieme, il gioco, le risate, le passeggiate per strada.
Abbiamo visitato una delle famiglie che sosteniamo e l’amore che li univa, nonostante la precarietà e le difficoltà, ci ha toccati profondamente. La bambina più piccola si è addormentata tra le mie braccia. In quel gesto ho sentito la ricerca di sicurezza, non la mancanza di affetto… e mi è rimasta dentro.
Dopo la gita a Paracas con il gruppo, è iniziata la mia vera avventura: io sono rimasta qui. Giorno dopo giorno sto imparando la vita della casa: si gioca, si studia, si apparecchia, si ride, ci si mette in cerchio e si cresce insieme.
I ragazzi mi accompagnano quando devo fare commissioni perché conoscono la zona meglio di me — e così, passo dopo passo, conosco le loro storie. Sono emozionata per le settimane che verranno. C’è voglia di imparare, di crescere, di prepararsi per la scuola. Con alcuni inizieremo lezioni settimanali di inglese o italiano, con altri dedicheremo un’ora al giorno a leggere e scrivere. Mi sento grata, grata per il modo in cui mi hanno accolta. Grata a Marta (mia zia), a mia sorella e al gruppo di amici italiani che hanno condiviso questo inizio insieme a me. Questo è solo il primo capitolo. Il viaggio è appena cominciato. A presto con il racconto della prossima settimana.
a metà ottobre sono tornata in Perù dopo 10 anni di assenza.
Ero partita per questo viaggio con l’obiettivo, tra gli altri, di scrivere qualcosa quotidianamente, ma le giornate sono state così intense e ricche di mille momenti speciali e le emozioni sono state così forti, travolgenti e sconvolgenti, che arrivavo a notte fonda priva della capacità di mettere in ordine i pensieri e di descrivere quanto vissuto. Ritornare alla nostra casetta in Perù è sempre come tornare a casa. È incredibile come la distanza e gli anni passati non attenuino il legame creato. Da subito io e i viaggiatori ci siamo sentiti accolti dagli operatori e dai ragazzi. Abbiamo incontrato un gruppo di ragazzi di varie esperienze di vita ed età, molto posati, con grande fame d’affetto e con enormi potenzialità per il futuro.
Abbiamo condiviso con loro ore meravigliose di gioco, sport e canzoni. Anche con i loro occhi abbiamo visto il grigio di Lima sparire e trasformarsi nell’azzurro del mare e del cielo alla riserva di Paracas. Li abbiamo visti osservare la prorompente natura della riserva di Paracas, tuffarsi felici nel mare, giocare sulla spiaggia. Li abbiamo osservati mentre ascoltavano le guide e mentre facevano domande appropriate affamati di conoscenza. Il distacco l’ultimo giorno è stato brusco e veloce perché la nostra folta comitiva era un po’ lenta a muoversi ed eravamo in ritardo per il bus, però è stato meglio così per tutti, non avremmo retto un lungo addio.
Personalmente ho salutato ciascuno di loro con un grande abbraccio e un bacio e con la promessa di tornare per vederli realizzati nello studio e nel lavoro.
Ho ritrovato il progetto con lo spirito iniziale con cui era stato creato: accogliente, attento ai bisogni di ciascuno, accurato nella preparazione del percorso di recupero di ciascun ragazzo e di supporto delle famiglie del nostro progetto di prevenzione.
Sono orgogliosissima del lavoro di ciascun operatore, ma soprattutto di Martinartefice e regista di questo armonioso insieme, presente e attento a ciascun ragazzo, capace di buttarsi con loro nel mare e nei giochi dei ragazzi e nello stesso tempo di fare riflessioni profonde e grandi risate con noi adulti. Martin è una presenza speciale e abbiamo una fortuna immensa di poter supportare la sua opera meravigliosa.
I viaggiatori sono stati tutti splendidi, si sono da subito integrati con i ragazzi. Chi parlava lo spagnolo ha cercato di parlare con loro e di ascoltarli, chi non riusciva a conversare con loro a parole l’ha fatto nel gioco, negli abbracci e nei sorrisi scambiati. Ho avuto poi la gioia grande di vedere le nostre due più giovani viaggiatrici interagire con i ragazzi con dolcezza e spontaneità, è stato bello vedere questi boccioli fiorire davanti ai miei occhi e ringrazio i loro genitori per averle cresciute così e per aver da sempre creduto in Sinergia.
E come un breve ma intenso film che poi viene riavvolto al contrario, alla fine di tutto l’ultimo giorno tre di noi hanno trascorso alcune ore in strada con Martin. Come di consueto la vita di strada sconvolge. Fisicamente i tuoi sensi vengono travolti dagli odori, dai rumori e dalla vista di tanta sporcizia e decadenza. La mente non può fare a meno di chiedersi come sia possibile che uomini, donne, ragazzi, famiglie intere e soprattutto bambini possano vivere in condizioni così precarie, come sia possibile che basti attraversare un ponte o una strada per ritrovarsi nella “civiltà”.
Sono grata alla vita per avermi dato l’opportunità ancora una volta di tornare qui dove ho di nuovo toccato con mano la potenza del nostro progetto. È davvero incredibile vedere come tante piccole azioni siano solo delle gocce nell’oceano, ma possano una alla volta trasformarlo in un mare blu.
Finalmente siamo tornati nella nostra casa famiglia in Perù.
Dopo tanta attesa, giovedì siamo atterrati con un gruppo di amici e da subito abbiamo sentito quell’energia familiare che solo questo posto sa regalare.
Questi primi giorni sono stati pieni di momenti semplici e preziosi: il gioco con i bambini, i pasti condivisi, la visita alle antiche rovine di Pachacamac, la risata di gruppo mentre preparavamo la causa, il piatto tipico peruviano che ci ha fatto sentire ancora più vicini.
Ci siamo divisi in due gruppi per incontrare alcune famiglie che sosteniamo: ascoltare le loro storie, entrare nelle loro case, guardare negli occhi i ragazzi… ci ha fatto capire ancora una volta quanto ogni gesto di solidarietà costruisca legami reali e profondi.
E oggi… una giornata di pura meraviglia: la Riserva Naturale di Paracas ci ha accolti con il suo mare limpido, il vento salato e il sole che finalmente ha fatto capolino dopo il grigio di Lima.
Ragazzi e adulti insieme, felici, grati, pieni di quella gioia semplice che nasce quando ci si sente parte di qualcosa di vero.
È bello essere tornati.
È bello riscoprire, passo dopo passo, il valore del nostro progetto e della famiglia che siamo diventati.