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Notizie da Lima

Senza categoria | sabato 27 Luglio 2019 14:52

Lima, 24 luglio 2019

Carissimi amici,

Io e Sabina siamo arrivate in Perù sabato scorso. Da domenica siamo nella casa-famiglia dove siamo state accolte dal calore avvolgente dei ragazzi: Julio, Angel, Brandon, Cesar, Jeremias, Juan Pablo, Renè e Romel. Sabina temeva di non riuscire a comunicare coi ragazzi per la lingua, invece dopo pochi minuti stava già giocando a carte con loro. Il linguaggio del cuore e dell’amicizia non ha mai bisogno di parole.

Ieri siamo state in strada con Martin, presidente ed educatore di strada di Sinergia Por La Infancia. Una giornata intensissima ed emozionante. Abbiamo incontrato i ragazzi direttamente in strada nella zona del porto e nel centro per portare diversi tipi di aiuto: sostegno psicologico, ricostruzione dei rapporti con la famiglia, aiuto medico, dialogo motivazionale.

Nella zona del porto dormono in spiaggia e nei giardini pubblici un gruppo di 10-15 adolescenti, tra cui anche due ragazze. Arriviamo verso le 9.30 mentre stanno ancora dormendo. Sotto le coperte sudicie sembrano sacchi di immondizia. Invece sono esseri umani dimenticati dalla società. Quasi invisibili se non sai che ci sono. Martin ci chiede di aspettare sul pulmino del progetto e si avvicina con delicatezza per svegliarli. Dovrebbe incontrare Kevin e Misael con cui sta portando avanti un percorso per motivarli ad entrare nella nostra casa-famiglia. Poco a poco si svegliano: capelli sporchi e arruffati, occhi ancora stralunati per il consumo notturno della colla da scarpe, poco lucidi per parlare. Gli odori sono molto forti. Scendiamo anche io e Sabina e aiutiamo Martin ad organizzare il laboratorio di braccialetti che è un’attività che a loro piace e permette di tenerli lontani dalla droga in modo da poter parlare e creare legami con loro. Mentre tessono i loro braccialetti, con i colori delle squadre del cuore, chiedono a Martin tante cose, esprimono preoccupazioni e necessità. Siamo in mezzo alla strada. Tutto suona così surreale. Eppure è tutto vero. Sabina più tardi mi confida: “Non riesco a credere che i ragazzi che abbiamo in casetta vivessero nelle stesse condizioni”. E’ proprio così invece. Julio, Jeremias, Angel facevano proprio parte di questo gruppo, dormivano proprio qui. Jefferson dice a Martin che non riesce più a mettersi in contatto con sua madre perchè si è trasferita in un’altra città. Jefferson è stato preso 6 volte in carico dalla polizia e dai servizi sociali, restituito 6 volte alla famiglia e per 6 volte è tornato in strada. Un circolo vizioso. Se non si fa un percorso serio con i minori e le famiglie, i ragazzi tornano in strada. Jefferson è iperattivo, sotto il forte effetto della colla da scarpe, riesce a concentrarsi solo pochi minuti su qualcosa. Mi fa un’infinita tenerezza quando

legge con attenzione tutto il nostro fumetto di prevenzione all’uso delle droghe che racconta la storia di 2 ragazzi immaginari ma molto simili a lui: non avrei mai pensato che riuscisse a leggerlo tutto. Segno che quel libricino che ci è costato tanto lavoro coinvolge i ragazzi e serve davvero a farli riflettere. Roberto è più grande. E’ stato solo un giorno nella nostra casa-famiglia su richiesta del dipartimento per l’infanzia. Lo ricorda come una bella giornata. Poi è tornato a casa dalla madre per sua scelta. Ora di nuovo in strada. Angel è arrivato con un amico da Huancayo (8 ore da Lima). Non ha esperienza di strada e ora rischia di rimanervi invischiato. Chiede a Martin di aiutarlo a tornare a casa. Forse nei prossimi giorni lo imbarcheremo su un autobus perchè possa tornare dalla sua famiglia. Più tempo resta qui a Lima coi ragazzi in strada, più è facile che si abitui e ci resti. Ha interrotto la scuola e rischia di perdere l’anno. E’ in crescita il numero di ragazzi che arrivano da altre città per lavorare e poi si fermano a vivere in strada. E’ stato così anche per il nostro Julio che ora vive nella nostra casa-famiglia, studia con ottimi risultati, frequenta una scuola-calcio e ha ritrovato contatti

sani con la famiglia di origine. Come sarebbe bello che ognuno di quei ragazzi, magri e sporchi, che abbiamo abbracciato ieri in strada potesse fare lo stesso percorso di rinascita.

Il nostro progetto, attraverso Martin e gli altri operatori, offre opportunità concrete perchè ciò avvenga.

Un grande grazie sgorga dal mio cuore e da quello di Sabina per tutti voi che sostenete da anni questi ragazzi che non hanno nessun altro al loro fianco. Grazie.

Alessandra e Sabina