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TESTIMONIANZA SU UN’ESPERIENZA DI VITA.
Un educatore nella casa-famiglia

Notizie da Lima | lunedì 21 Ottobre 2013 15:21

DSCN1929Quando uno guarda indietro e ricorda le esperienze vissute con i ragazzi nella casa famiglia è impossibile non sospirare per tutti i momenti condivisi che hanno reso possibile l’esistenza di questo spazio che chiamiamo famiglia. Riguardo le foto e i video e ci sono momenti molto belli che abbiamo condiviso durante la permanenza di Esaú in casa: gite, campeggi, uscite in piscina, in spiaggia, partite di calcio, giochi da tavolo, la scuola, le colazioni, i pranzi, le cene, i giochi all’aria aperta…impossibile elencarli tutti. Ci sono stati anche momenti difficili, che poi però hanno contribuito a rafforzare il legame d’AMICIZIA tra noi. In fin dei conti la vita non sarebbe tale se non ci fossero momenti amari, tormentati, che mettono a prova la nostra pazienza, il nostro coinvolgimento, la nostra dedizione e con ciò anche la volontà di andare avanti. Questo è ciò che alla fine ci fa sentire che abbiamo svolto il nostro compito: vederli crescere, passare dall’infanzia all’adolescenza con tutte le crisi e le “esplosioni” proprie di quest’età, raggiungere l’età adulta e infine costruirsi la propria strada (autonomamente o con l’aiuto della famiglia). A questo punto debbono vivere le proprie esperienze da soli, mettere alla prova il proprio carattere, la propria pazienza, la propria capacità di negoziazione e mediazione, ed è in questa fatica che affronteranno “nuda” la vita e prenderanno le loro decisioni autonomamente. Naturalmente sbaglieranno e si lamenteranno, però questa è la vita…impareranno dai loro errori anche ciò che non hanno imparato con noi…la vita si farà carico di dargli un “corso superintensivo” che forgerà il loro carattere a passi da gigante. Qualcuno ha detto: “Se la vita ci fa ammalare, è la vita stessa che ci cura”. Del resto gli aquiloni volano in tutto il loro splendore quando affrontano venti contrari. Adesso ci tocca guardare i nostri ragazzi da lontano, avere loro notizie per telefono, al massimo andarli a trovare con un viaggio furtivo e veloce, per dare loro un abbraccio con l’augurio che “Dio li benedica” e la promessa che “Seguiremo i loro passi”. Ricordare i momenti vissuti ci riempirà di nostalgia, di quella che si sente solo per i momenti condivisi con intensità, con vera presenza, con l’intenzione di costruire relazioni sane, quelle che trasmettano fiducia negli essere umani e speranza che agendo nel presente si possa costruire un mondo migliore, perché il passato non esiste già più e il futuro solo esiste nella nostra mente, cercando di trasmettergli il messaggio che il resto della loro vita lo vivranno solo nel presente, perciò devono viverlo intensamente, onestamente, come se fosse ogni giorno l’ultimo. E, se Dio ce lo concede, li vedremo trasformarsi in genitori, sperando che la vita dia loro l’opportunità di costruirsi quel vincolo che gli è stato negato quando erano bambini, ma che ora hanno la meravigliosa opportunità di vivere come avrebbero desiderato viverlo da piccoli: padre e figlio che rinascono in una esistenza piena d’amore, di accettazione, di accoglienza e di opportunità, quelle stesse che con noi hanno costruito nella propria anima.Così saneranno le ferite che noi abbiamo potuto solo lenire e potranno diventare “uomini di bene”, padri e madri dediti ai figli e mariti e mogli responsabili di vivere rapporti basati sull’amore e sull’impegno. E quando li vedrò camminare mano a mano con il proprio figlio, scoprirò una ragione in più per dire che “Dio è passato da qui”.

Artículo Escrito por

EDILBERTO ALBITREZ SUPARO

Educador Social de Sinergia Por La Infancia