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Angel e la sua famiglia

Notizie da Lima | sabato 19 Gennaio 2013 21:00


19 gennaio 2013

Cari amici,

all’inizio di questo nuovo anno insieme vorrei condividere con voi l’azione di aiuto che stiamo portando avanti dal 2008 nei confronti di Angel e della sua famiglia. Si tratta di un esempio vivo di come cerchiamo di aiutare in modo allargato i ragazzi e le loro famiglie, per evitare che i fratelli o sorelle più piccoli comincino a frequentare la strada.

Fu a giugno del 2008 che per la prima volta conoscemmo Angel ed Enrique: ci chiamò Freddy, ora nostro educatore di strada, per due fratelli, uno dei quali di soli 7 anni, che aveva incontrato a tarda notte. Ci chiedeva se potevamo ospitarli almeno per alcuni giorni. Dicemmo di sì e Angel ed Enrique vennero insieme: li ricordo come due pulcini smarriti e allo stesso tempo vivacissimi, con i capelli rasati a zero dal papà che aveva pensato in questo modo di farli vergognare e spingerli a non uscire in strada. Mi fecero una tenerezza enorme.

Angel rimase a vivere con noi in casa famiglia, Enrique, troppo piccolo, tornò a casa dopo una settimana in cui monopolizzò l’attenzione di educatori e psicologa con i suoi pianti e capricci di bambino bisognoso d’affetto e cure.

In questi anni abbiamo seguito moltissimo la loro famiglia:

Angel (15 anni) vive ancora con noi: a dicembre ha appena finito la quinta elementare (foto di sinistra)

Enrique (foto di destra) nel 2009 lo abbiamo aiutato ad entrare in un altro centro di accoglienza, dove è rimasto fino ad ottobre dell’anno scorso quando, per difficoltà di relazione tra il centro e la famiglia, è dovuto uscire dalla struttura. Tornato a casa, era a rischio di iniziare di nuovo a lavorare in strada, con il pericolo di riavvicinarsi anche al consumo di colla da scarpe. Allora con Martin e gli educatori abbiamo pensato di accoglierlo con noi, dove anche la vicinanza del fratello maggiore lo avrebbe aiutato a sentirsi a casa. Da ottobre vive con noi: è ancora vivacissimo, ma allo stesso tempo dolcissimo; ogni tanto combina delle marachelle, ma si sta anche impegnando molto nello studio con la nostra insegnante interna, per migliorare la sua preparazione scolastica e affrontare a marzo l’esame di passaggio al successivo anno scolastico.

Siamo intervenuti più volte per cercare di risolvere la violenza in famiglia, dovuta all’alcolismo del padre: abbiamo cercato di inserirlo in gruppi di alcolisti anonimi; abbiamo appoggiato economicamente la madre quando nel 2009 volle provare a allontanarsi da lui, andando a vivere con il padre in un villaggio della foresta amazzonica: il padre li raggiunse in poche settimane e la situazione non si risolse; abbiamo aiutato la madre ad avviare l’iter di denuncia per maltrattamenti nei confronti del marito, che stanno attualmente seguendo i nostri educatori di strada, accompagnando la madre agli incontri in tribunale e aiutandola a presentare i documenti necessari.

Continuiamo a occuparci anche di Daysi (14 anni), sorella di Angel, che ha sempre sofferto molto del conflitto tra i genitori, diventando ribelle e aggressiva soprattutto nei confronti della madre e iniziando a scappare anche lei in strada: l’anno scorso l’accogliemmo per una settimana in casa-famiglia, per aiutarla a staccare i ponti da una relazione difficile con un ragazzo maggiorenne; attualmente stiamo accompagnando con incontri e consigli sia lei che la famiglia del suo nuovo ragazzo, affinchè questo nuovo vincolo affettivo possa diventare uno stimolo per tenersi lontana dalla strada e riprendere gli studi che ha temporaneamente lasciato. Questo tipo di interventi non risolvono completamente la situazione di disagio vissuta dalla ragazza in famiglia, né il rischio che possa diventare madre troppo giovane, ma hanno un valore di deterrente nei confronti di situazioni ancora più pericolose che si erano prospettate qualche mese fa: il suo inserimento in una banda di ragazzi di strada che l’avrebbe portata ad allontanarsi completamente da casa e ad iniziarsi all’uso della colla da scarpe. Non pretendiamo di risolvere completamente i problemi di un’intera famiglia, ma pensiamo che in questi anni la nostra vicinanza e gli interventi dei nostri educatori, psicologa, assistente sociale, abbiano contribuito in maniera significativa a ridurre il rischio che questi tre fratelli diventassero ragazzi di strada e avessero davanti a sé solo la prospettiva della mendicità, dell’abbandono scolastico e della droga.

Un abbraccio forte,

Alessandra